Io non sono sempre delle mie opinioni. G. Prezzolini

mercoledì 8 giugno 2011

Chinotto amaro

Alzi la mano chi sa cos’è il trattato di Velsen. Saperlo è importante. In questa piccola città olandese, infatti, è stato posto in calce un tassello decisivo del nuovo ordine europeo e mondiale.
Il Trattato Eurogendfor è stato firmato a Velsen il 18 ottobre 2007 da Francia, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo e Italia. L’acronimo sta per Forza di Gendarmeria Europea (EGF). Per capire di cosa si tratta esattamente, leggiamo qualche passo del testo. I compiti della futura polizia militare d’Europa saranno «condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici» (art. 4). Quanto al raggio d’azione, «EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche» (art. 5). La sede e la cabina di comando: «la forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal CIMIN – ovvero - l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa EUROGENDFOR» (art. 3).
Ricapitolando: la Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi; la Nato, cioè gli Stati Uniti, avranno voce in capitolo nella sua gestione operativa; il nuovo corpo risponderà a un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non si limitano a missioni militari, sottoposti alla supervisione di un’organizzazione sovranazionale in mano a una potenza extraeuropea cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è svincolata dal controllo esclusivo e diretto del governo e del parlamento nazionali.
Ma non è finita. L’EGF godrà di una totale immunità: inviolabili locali, beni e archivi (art. 21 e 22); le comunicazioni non possono essere intercettate (art. 23); i danni a proprietà o persone non possono essere indennizzate (art. 28); i gendarmi non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti (art. 29). Come si evince chiaramente, una serie di privilegi inconcepibili in uno Stato di diritto.
Il 14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità. Il 12 giugno il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia. La legge di ratifica n°84 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Come  ha fatto notare il giornalista che ha scovato la notizia, il freelance Gianni Lannes (uno, per capirci, che per le sue inchieste ora gira con la scorta), non soltanto è una vergogna constatare che i nostri parlamentari sanciscano una palese espropriazione di sovranità senza aver neppure letto i 47 articoli che la attestano, ma anche che sia passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il quartiere generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei carabinieri “Chinotto” fin dal 2006. La ratifica è dell’anno scorso. E guarda caso a Vicenza da decenni ha sede Camp Ederle, a cui nel 2013 si affiancherà la seconda base statunitense al Dal Molin sede dell’Africom, il comando americano per il quadrante mediterraneo-africano. Ricordiamocelo, quando ci professiamo con troppa leggerezza europeisti. Perché per esserlo davvero, l’Europa dovremmo ripensarla completamente, e sulla falsariga tracciata non da un anti-americano con la bava alla bocca, ma da un liberal-conservatore come Sergio Romano. Di recente, nella sua rubrica di risposta alle lettere sul Corriere della Sera, l’ex ambasciatore ha delineato la formula liberatoria: un’Unione Europea de-americanizzata, armata (con un esercito suo e solo suo), neutrale e federale. Questa sarebbe la liberazione del futuro. Quella del passato ce la dobbiamo sorbire ogni 25 aprile in un’orgia di anacronismo e polemiche strumentali. (a.m.)

2 commenti:

  1. Sì, mi ricordo di questa cosa perché quando era ancora del tutto in nuce, scrissi un articolo su Vicenzabc che segnalava (per quel poco che ne potevo sapere allora) quel che stava per avvenire.

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  2. Finalmente dei passi verso il superamento del vecchio stato: chissà che l'Europa ci porti anche guide migliori e correttezza. Grazie della notizia, veramente una buona informazione.

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