Io non sono sempre delle mie opinioni. G. Prezzolini

giovedì 30 giugno 2011

Cicero e gli smemorati di sinistra

Forse sarò l’unico ingenuo rimasto a Vicenza, ma io il voltagabbana a 360 gradi Claudio Cicero nell’amministrazione Variati non l’ho ancora mandato giù. Non che per me la presenza di un fascista antropologico come lui, ex assessore di Alleanza Nazionale nella precedente giunta di centrodestra, entrato armi bagagli e calcestruzzo (leggi Pigato, il suo fido collega di lista) nell’attuale maggioranza di centrosinistra, sia un fatto che costituisce un problema ideologico. E’ comunemente accettato che possano verificarsi in ambito locale alleanze e mescolanze che apparirebbero sacrileghe sul piano nazionale. Potrebbero averne da che ridire i fiancheggiatori più a sinistra di questo monocolore Pd, come i No Dal Molin e Sel. Anzi, per la verità nello stesso partito del sindaco si sarebbe potuto porre il veto dopo tutti gli anni di critiche feroci e maledizioni bibliche lanciate sulla testa dell’odiato Cicero. Ma come hanno ingoiato il rospo della resa variatiana alla base Usa, così si sono rassegnati da vigliacchi all’investitura dell’ex acerrimo nemico come consigliere delegato alla mobilità.
Quello che indispone me, che non fiancheggio e non parteggio, è che la giravolta politica sia avvenuta nella più laida spudoratezza. Non solo, ma quel che è peggio è che non ci sia stata, quanto meno, una parvenza di conversione del napoleone delle rotatorie al credo ecologico di Achille in fatto di trasporti. E questo perché tale fantomatico credo non c’è, o c’è solo a parole. Nei fatti l’instancabile e irredimibile Claudio continua a macinare rotonde, piste di autoguida, progetti, sparate, fughe in avanti e sbruffonate. Con l’identica filosofia di sempre: più macchine in circolazione, più smog, più inquinamento. Ogni tanto esagera nelle sue rodomontate e il ministro della propaganda Bulgarini d’Elci deve correre a zittirlo. Nel meno accentrato centrodestra di Hullweck, lo si lasciava più a lingua sciolta. Ma il suo inesausto andarci giù di compasso e cazzuola è tale e quale ai bei tempi.
Mi si dirà: roba passata, polemica fuori tempo. Invece insisto: la memoria non è un optional. E ai poveri elettori di centrosinistra che fanno gli struzzi, per quieto vivere o carità di patria, ricordo quanto scrivevo di Cicero nel febbraio 2009, prima della sua ascesa ad assessore di fatto alla viabilità: «non era necessario essere un’aquila per capire che la “garanzia di assenza di impatti negativi sull’attività dell’aeroporto civile, con totale mantenimento delle sue potenzialità di utilizzo turistico-commerciale”, votata da lui e dall’ex maggioranza di centrodestra, sarebbe andata a farsi benedire comunque, essendo lo scalo in sé un business lasciato morire da enti e categorie locali. Non si doveva essere la reincarnazione di Machiavelli per sapere che la “sua” tangenziale nord non poteva mai essere finanziata dagli Usa, che non sborsano un dollaro per alcunché che si trovi al di fuori del perimetro delle loro basi (anzi, più di un terzo delle loro spese vengono ripianate dallo Stato italiano, cioè dalle nostre tasse). E non ci voleva il genio per intuire che dietro la boutade di fare dell’aeroporto di Thiene il nuovo Dal Molin c’era solo l’ostinata volontà di cavalcare ancora e sempre una battaglia, quella per una pista di voli commerciali, che ai vicentini, spiace per lui, non può fregare di meno». Come, purtroppo, sembra non gli freghi che uno possa bellamente passare da una maggioranza all’altra facendo imperterrito quello che ha sempre fatto, senza vergognarsene neanche un po’. Questo è Cicero, smemorati di sinistra: quello delle trattative segrete con gli Americani, quello delle compensazioni carta straccia, quello che doveva salvare l’aeroporto, quello che trattava a pesci in faccia chiunque si permetteva di opporsi alla sua smania ipertensiva. Quello che ha cambiato barricata da un turno all’altro delle ultime comunali usando il suo 10% come un pacco di pasta. Quello che ora è con voi, a spadroneggiare arrogante come sempre. E voi lo lasciate fare, perché seguireste inebetiti il pifferaio magico Variati anche se vi portasse giù nel fosso. (a.m.)

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